Salento Rugby

Rugby in rosa: la situazione italiana e il 6 Nazione Femminile a Lecce

Intervista a Fabio Manta, Presidente del Salento Rugby e allenatore della Nazionale di Beach Rugby femminile di Giacomo Civino

Il grande rugby sbarca per la prima volta a Lecce. La Fir (Federazione Italiana Rugby) ha difatti inserito il capoluogo salentino come meta per una partita del Guinness 6 Nazioni Femminile che si terrà il 9 febbraio presso lo stadio Via del Mare. La squadra azzurra dovrà fronteggiare il Galles, squadra battuta lo scorso anno, in un match che si preannuncia molto fisico e dall’alto tasso tecnico.

Abbiamo chiesto a Fabio Manta, presidente della Salento Rugby, squadra che milita nel campionato di serie C1, nonché allenatore e vice-campione europeo con nazionale di beach rugby femminile di illustrarci meglio l’evento e come è visto il rugby femminile in Puglia ed in Italia.

  1. Come vedi lo sviluppo in Italia del rugby femminile e nel nostro territorio? 
    «Negli ultimi anni il rugby femminile in Italia è cresciuto a vista d’occhio, grazie anche ai risultatati della nazionale. Grazie anche agli eventi promozionalicome il beach rugby, si è potuto sviluppare questo sport in molte regioni d’Italia. Nella nostra regione, l’espansione di questo sport inizia a farsi consistente, ci sono sei squadre nei raduni di Coppa Italia a 7. Fino a pochi anni fa vi erano solo due squadre. Le ragazze vengono attratte da quest’attività quando vedono le altre ragazze giocarlo. Il “problema”, se così si vuole chiamare, è che in Puglia non vi è ancora una squadra di rugby a 15 che possa partecipare al campionato di Serie A italiano. Grazie ai progetti federali e al “XV del comitato” le ragazze si stanno incontrando una volta al mese, siamo già al quarto raduno, affinché tutte insieme formino una squadra per questo torneo. Stiamo anche lavorando per sviluppare il settore giovanile che alimento la squadra maggiore.»
  2. Come nasce l’idea di portare il sei nazioni, in una terra così estremamente calciofila?
    «Dopo la positiva esperienza del 6 Nazioni Under 20 lo scorso anno a Bari, si prospettava da tempo l’idea di portare una nazionale allo stadio Via del Mare. Mi sono interessato tanto al mondo del rugby femminile sia in Puglia che in provincia di Lecce, grazie anche alla Coppa Italia a 7, dove la squadra della Salento Rugby partecipa, c’è stato questo colpo di testa dettato anche dalla mia nomina come allenatore della nazionale di beach rugby femminile. Questo mi ha dato la motivazione per trovare dei collaboratori per far sì che questo evento giungesse a Lecce. Molte sono e saranno le difficoltà da affrontare per portare questo evento nel capoluogo salentino, non demordiamo. Sappiamo di avere gli occhi puntati, poiché per la prima volta uno sport diverso dal calcio, vìola il campo del Via del Mare. Siamo anche noi tifosi del Lecce e siamo anche vicini alla società. Non permetteremmo mai che venga oltraggiato il campo. Le nostre ragazze vanno supportate da tutti gli amanti dello sport non solo dai rugbisti. Non ci resta che aspettare il 9 per avere risposta.»
  3. Hai guidato la nazionale femminile al secondo posto europeo raccontaci di quest’ esperienza.

«È stato il coronamento di dodici anni di esperienza nelle spiagge di tutta Italia. Prima con Campionato italiano, poi con il Magna Grecia Beach Rugby Cup che dal 2009 raggruppa Puglia, Calabria, Basilicata e Molise. Nel 2011 c’è stato il primo campionato femminile sotto la guida della LIBR (Lega Italiana Beach Rugby) e del Magna Grecia. In quell’occasione ho guidato le ragazze della Salento Rugby fino al master finale, dove hanno raggiunto la quinta posizione, sia lo scorso anno che quest’anno le ragazze della Salento Rugby hanno strappato il pass per la finale, dove abbiamo ottenuto il nostro riconoscimento anche in campo nazionale. Dopodiché la federazione nella persona di Zeno Zanandrea, responsabile delle attività promozionali (snow rugby, beach rugby e touch rugby) mi ha nominato allenatore della selezione nazionale femminile che per la prima volta disputava l’europeo.

L’esperienza è stata fantastica, le ragazze si sono confrontate con squadre di tutta Europa con un ottimo livello di preparazione, noi avevamo più esperienza ma meno fisicità rispetto alle avversarie russe, le quali ci hanno battuto nella finale continentale. Guidare le ragazze è un’esperienza formativa poiché si crea un rapporto diverso rispetto a quello con gli uomini. Sono duttili, riescono a comprendere bene le dinamiche del beach facendole proprie con delle tempistiche minori rispetto agli uomini.

Ho avuto la fortuna di guidare un gruppo formato da dodici donne che hanno esperienza da vendere. Ricordo su tutte la capitana Sara Pettinelli, una vera e propria forza della natura, riesce a tenere ben saldo il gruppo riuscendo a collaborare con me in tutti gli aspetti del gioco e della preparazione alla partita. È mancato qualcosa ma ci rifaremo.»

 

  1. Cosa ti aspetti da questa tappa salentina del 6 Nazioni?

«L’entusiasmo del pubblico e delle società del posto affiliate alla Fir, già lo sto riscontrando tra le ragazze di tutta la Puglia e questo ci dà una marcia i più. Mi piacerebbe vedere uno stadio pieno, non occupando tutti i 30.000 posti poiché sarebbe impensabile (ride ndr), utilizzeremo solo la tribuna centrale coperta ed averla gremita sarebbe davvero una cosa bella.

Mi aspetto che questo evento possa dare nuova linfa al movimento rugbistico pugliese non solo femminile, che ci dia la visibilità che ci spetta e che si riesca ripartire da qui, magari creano nuove squadre, cercando di avere più giocatori e ragazzini. Dare un segnale a tutta l’opinione pubblica, ma anche alla politica del territorio per far vedere che esistiamo e cosa sia realmente il rugby.

Tutt’ora in Puglia esistono delle zone dove il rugby non è per niente conosciuto. Deve essere un evento che pubblicizzi il nostro sport non solo sul campo ma anche sugli spalti, si deve far capire il vero senso dello spirito del rugbista.»

 

  1. La tifoseria del Lecce calcio ha contestato inizialmente l’evento, non conoscendo questo sport, per possibili danni al manto erboso. Puoi rasserenarli?

«In realtà non è così, alcuni tifosi sono giustamente preoccupati, ma è stato montato un caso ad hoc da uno pseudo giornalista o da uno pseudo tifoso, per andare contro quest’evento senza conoscerlo e senza avere contezza del reale evento in sé, quindi possiamo dire che il campo verrà usato solo per quell’occasione.

Di questo beneficerà Lecce poiché ci saranno anche persone da fuori regione che verranno appositamente per quest’evento. Il manto erboso non subirà danni, vi potrebbe essere la possibilità di qualche tacchettata in più ma le ragazze non sono certo gli uomini. I quali all’Euganeo di Padova contro l’Australia (stadio nel quale gioca una diretta concorrente del Lecce) non hanno lasciato danni, oppure all’ Olimpico dopo la partita Italia contro Nuova Zelanda, dove le fisicità delle persone scese in campo era decisamente diversa rispetto a quella delle ragazze e nei giorni successivi nello stesso campo si è giocata una partita di campionato e una partita di Champions League. Per rassicurare i tifosi serve poco, venire allo stadio divertirsi e godersi questo spettacolo.»

 

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